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ROMA, Basilica di Sant’Apollinare
mercoledì 20 novembre 2024, ore 20:00
L’Esercizio dell’Oratorio
Jonas di Giacomo Carissimi
&
Vanitas 2024
Testo di : Flavio Colusso
Musica di [in ordine alfabetico] :
Flavio Colusso (Italia)
Daniel Dobri (Ungheria)
Franz F. Kaern-Biederstedt (Germania)
Joseph Papadatos (Grecia)
Peter Peinstingl (Austria)
Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima
Ensemble Seicentonovecento
Flavio Colusso, direttore
SOLISTI
Margherita Chiminelli, soprano
Jennifer Schittino, soprano
Paola Ronchetti, soprano
Angelica Cathariou, mezzosoprano
Leonardo Malara, alto
Luca Cervoni, tenore
Raimundo Pereira Martinez, tenore
Guglielmo Buonsanti, basso
Walter Testolin, basso
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Jonas, tra i grandi oratori di Giacomo Carissimi, emerge per la concisione drammatica che raggiunge epicamente le vette della scrittura musicale con la viva rappresentazione delle emozioni umane; per l’efficacia degli straordinari effetti sonori delle tempeste marine rese con lo “sbattere” con violenza dei due cori contrapposti; per l’espressione intensa del dolore e del pentimento nel toccante “lamento” – tra le scene più celebri del barocco vocale, insieme a quello della Filia in Jephte e di quello di Ezechias; per il grandioso e insieme intimo finale concertato: Peccavimus Domine, che sigilla la partitura chiudendo con essa la lunga lista delle ‘Historie’ tratte dal Vecchio Testamento.
Il nuovo oratorio Vanitas 2024 è ispirato ai due omonimi oratori di Giacomo Carissimi. La tematica poetica, filosofica e spirituale del testo di Flavio Colusso, oltre che al libro di Qohélet (Ecclesiaste), attinge all’ampia letteratura e iconografia sul soggetto, con riferimenti tratti dalla nostra attualità. Suddiviso in sei scene multilingue (Italiano, Latino, Ebraico, Greco, Tedesco, Ungherese), il libretto dell’oratorio si sviluppa in un testo articolato e ‘incoerente’ che, citando Guido Ceronetti «non sia cattedra, non sia ectoplasma di Comitati Scientifici, ma che sia all’altezza della mole di rifiuti di una metropoli d’oggi, con le sue infinite mosche di morte. [...] Qohélet, il grande anonimo, è essenzialmente voce che rantola, che si spezza, che prova affanno, che dà in gemiti, in rabbiosi stridori, in furori – refrain Hével-rùach … principio e fine della voce è il grido. Un testo come questo deve muggire e lacerare come un profeta… per regalare pace. Caricate la voce, gridate».
Il ‘polittico’ si apre e si chiude – alludendo alla ciclicità del libro di Qohélet e delle diverse chiavi di lettura del ‘disegno’ dell’Oratorio (Danza della morte, Suite classica, Stagioni, Elementi, Scala musicale) – con un deflagrante e lungamente risonante colpo di Gong (tam-tam grande) che invade l’aula dove sono riuniti musici, recitanti e partecipanti attivi al nuovo Oratorio, scritto e composto in forma di Esercizio spirituale concertato. Sullo sfumare di un groviglio di note gravi, da un oceano di parole indistinte emerge pian piano un ritornello, una nuvola vocale che, appena percettibile, bisbiglia «scrivi-scrivi-scrivi». “Solum nomen superest” ...
Carissimi350
Giacomo Carissimi Maestro dell’Europa Musicale
concerti, incontri di studio, edizioni, funzioni liturgiche
www.giacomocarissimi.net