Concerto n.10 / mercoledì 29 novembre, ore 20:00 / ore 18:00 Presentazione CD
Info e TICKETS
Salotto Helbig : Ospiti illustri e archeologi appassionati
intorno al pianoforte Pleyel di Liszt
musiche di Liszt, Schubert, Clara Schumann
Ensemble Seicentonovecento e illustri ospiti...
Sandro Ivo Bartoli, pianoforte
Nadia Morani Helbig, pianoforte
Ai Watanabe, pianoforte
Silvia De Palma, voce recitante
il concerto è preceduto (ore 18:00) dalla presentazione del
CD del pianista Sandro Ivo Bartoli Liszt: the Franciscan Works
conversazione con Sandro Ivo Bartoli, Flavio Colusso, Carla Conti
in collaborazione con “Alziamo il volume” del Conservatorio "S.Cecilia" di Roma
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CALENDARIO XVI Stagione
I CONCERTI A VILLA LANTE AL GIANICOLO
Roma, passeggiata del Gianicolo, 10 (bus 870 - 115)
è consigliata la prenotazione/advance booking advise
+39.328.6294500 | info@musicaimmagine.it
biglietti/tickets :
intero 25,00 € (1 CD MR in omaggio); abbonamento a 10 concerti 120,00 €
porta un giovane alla cultura • ridotto speciale (1 adulto+1 minore) 20,00 €
full price 25,00 € (1 free CD); season ticket (10 concerts) 120,00 €
share culture with a youngster • special reduced rate (1 adult and 1 under 18) 20,00 €
Ospite del Salotto Helbig di quest’anno - insieme alla giovane pianista giapponese Ai Watanabe e a Nadia Morani, pronipote della leggendaria madame Nadine Helbig, entrambe di casa nel “salotto” di Villa Lante - è il pianista pisano Sandro Ivo Bartoli, acclamato dalla stampa tedesca come «uno dei più importanti musicisti italiani degli ultimi trent’anni», il quale presenta alle ore 18:00, il suo lavoro discografico dedicato alle opere pianistiche “francescane” di Franz Liszt, in collaborazione con “Alziamo il volume” del Conservatorio “S. Cecilia” di Roma.
La voce recitante di Silvia De Palma, con la lettura dei diari di Madame Helbig, introduce gli spettatori nella vita del salotto culturale della principessa russa moglie dell’archeologo tedesco Wolfgang Helbig, allieva di Clara Schumann e Franz Liszt, il quale le donò il pianoforte Pleyel (1866) ancora oggi protagonista del nostro salotto. Molte le testimonianze dell’intensa attività musicale intorno a questo pianoforte che veniva spesso suonato a quattro mani da Nadine e dallo stesso Liszt, e apprezzato da ospiti illustri come Grieg, A. Rubinstein, Tosti, Wagner. D’Annunzio, Tolstoj.
Franz Liszt, il quale già all’età di sedici anni aveva mostrato inclinazione per la vita religiosa ma che, come è noto, aveva vissuto in ambienti artistici e mondani, dopo la tragedia della morte di due dei suoi tre figli, si trasferì in un piccolo monastero a Roma, sul Monte Mario, dove cominciò un’esistenza più semplice e spartana con tanto tempo da dedicare alla musica e alla meditazione. “La mia vita si sta semplificando – scrisse – e la Carità Cattolica della mia giovinezza è diventata una presenza regolare”. Già nel 1856 aveva scritto a Agnes Street-Klindworth: “Ho preso una seria posizione come compositore religioso e Cattolico. Questo è un campo illimitato per la professione, e credo di avere la vocazione per coltivarlo vigorosamente”. Parole profetiche: in questo periodo divenne Terziario dei Francescani ed abbracciò la fine della sua vita con una nuova fase di fervore creativo. Attraverso tragedia e illuminazione, il compositore delle Rapsodie Ungheresi, del Sogno d’Amore e di decine di parafrasi sulle opere alla moda, era diventato autore di messe e oratori che avrebbero lasciato segni profondi sul modo di percepire la musica delle generazioni future.