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XXVI Festival Internazionale di Musica Sacra
La via della Pace / Carissimi, Missa l’Homme Armé
PORDENONE, 12 - 13 novembre 2017

domenica 12 novembre - ore 20:45
Pordenone, Duomo Concattedrale San Marco

CONCERTO "La via della Pace"
Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima
Cappella Musicale di San Giacomo
Ensemble Seicentonovecento
Flavio Colusso, direttore

Giacomo Carissimi : Militia est vita hominis | Missa l’Homme Armé | Peccavimus Domine
Flavio Colusso : Peccavimus Domine | Et in terra pax * (prima esecuzione assoluta)


lunedì 13 novembre
Pordenone, Centro Culturale "Casa Zanussi"

INCONTRO DI STUDI ore 11:00 – 13:00
- Claudia Kayser-Kadereit (Università di Osnabrück), La rete dei musicisti europei, ieri – un’ispirazione per lo studio oggi;
- Stefan Hanheide (Università di Osnabrück), La pace politica come soggetto di composizioni musicali dell’Età moderna;
- Flavio Colusso (Pontificia Accademia), Una chiave di lettura per la Missa l’homme armé di Carissimi;
- Agostino Ziino (Università Tor Vergata, Roma), Le edizioni carissimiane dell’Istituto Italiano per la Storia della Musica.

INTRODUZIONE & PROIEZIONE FILM ore 15:00
Santini’s Netzwerk [ La rete di Santini ] di Georg Brintrup (WDR, 85’)

TAVOLA ROTONDA ore 17:30 – 18:30
con la partecipazione di: Franco Calabretto, Flavio Colusso, Eddi De Nadai, Stefan Hanheide, Claudia Kayser-Kadereit, Andrea Lausi (Festival Wunderkammer di Trieste), Walter Testolin

in collaborazione con :
Lichtspiel Enterteinment | Università di Osnabrück | IISM - Istituto Italiano per la Storia della Musica |
Pontificio Istituto Teutonico di Santa Maria dell’Anima

> presentazione VIDEO dell’evento

Le armi della Pace: la Missa l’Homme Armé di Giacomo Carissimi
Un Concerto, la proiezione di un Film sull’avventura europea della Collezione musicale di Fortunato Santini, una Giornata di studi: l’articolata iniziativa del XXVI Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone rientra ne “La via dell’Anima”, grande progetto europeo che attraverso la rete creata dalla circolazione dei tesori musicali raccolti nella “Santini Sammlung” di Münster, unisce molte Città europee.  Fra queste, in particolare, le due cittadine tedesche di Münster e Osnabrück dove nel 1648 fu firmata la “Pace di Westfalia”, evento di grande importanza che sanciva la fine della “Guerra dei trent’anni” ed apriva l’Europa a nuovissimi scenari politici e religiosi.  Nel 2017 inoltre cade l’anniversario della pubblicazione delle Tesi luterane e sembra assai opportuno sottolineare l’importanza del percorso ecumenico di unità dei Cristiani riproponendo l’interpretazione della Missa l’Homme Armé del Maestro dell’Europa musicale Giacomo Carissimi (1605-1674), oggi di rarissima esecuzione.  La grandiosa composizione costituisce un mirabile esempio di architettura policorale a tre cori, ovvero «à Doddici Reali», come indicato nella partitura che è conservata a Roma (Archivio Lateranense) e a Münster (Diözesanbibliothek) e di cui è in corso la pubblicazione dell’edizione moderna per i tipi dell’IISM (Istituto Italiano per la Storia della Musica).
La chiave di lettura che si offre per questa esecuzione è nell’ottica e nell’esercizio del “combattimento spirituale”, metafora della battaglia del “soldato” della Controriforma che vive intensamente quel risanamento morale e disciplinare interno alla Chiesa iniziato ancor prima dello scisma luterano. Nella scrittura del Carissimi – Maestro del Collegio Germanico-Ungarico di Roma alla cui scuola accorrevano musicisti da ogni paese, artista corteggiato dai regnanti d’Europa la cui musica fu descritta da Athanasius Kircher “capace di trasportare gli animi verso qualunque sentimento” – l’antico tenor medievale subisce una mutazione esemplare e potente. Diversamente dal cavaliere medievale della Militia Christi il quale coperto di ferro e rivestito di segni cristici uccideva con sicurezza e con altrettanta sicurezza moriva, questo “soldato” insieme moderno e antico, riprendendo antichi elementi a vantaggio di nuovi significati, rivolge la spada verso il suo interno e nell’esercizio della fede riscatta, in una rinnovata unità dell’homo universalis, la pienezza dell’humanitas e la grazia dell’humilitas.
Il programma concertistico si conclude con la prima esecuzione assoluta del brano "Et in terra pax", commissionato dal Festival di Pordenone a Flavio Colusso, nella consueta tradizione dell’Ensemble Seicentonovecento di far risuonare insieme l’antico e il contemporaneo.