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65th International IAML Congress
Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Roma, 3-8 luglio 2016

65th International IAML Congress
Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Roma, 3-8 luglio

martedì 5 luglio, ore 20:30
Roma, Chiesa teutonica di Santa Maria dell’Anima
CONCERTO "La Scala del cielo" / Palestrina & Colusso su La via dell’Anima
ingresso libero

giovedì 7 luglio, ore 18:00
Roma, Auditorium Parco della Musica | Teatro Studio
PRESENTAZIONE Progetto "La via dell’Anima"
PROIEZIONE film "Santini’s Netzwerk" di Georg Brintrup (WDR, 85’)
ingresso libero


LA SCALA DEL CIELO
-  Inno "Ut queant laxis", Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594)
-  "Le Opere di Misericordia", Testo e musica di Flavio Colusso
    Esercizio spirituale sull’Esacordo del cielo
-  "Missa Ut Re Mi Fa Sol La", Giovanni Pierluigi da Palestrina

Ensemble Seicentonovecento | Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima
Flavio Colusso, direttore

Silvia De Palma, voce recitante
Alessandro Carmignani cantus I, Jean Nirouet cantus II, Paolo Borgonovo altus,
Maurizio Dalena quintus, Paolo Fanciullacci tenor, Flavio Colusso sextus, Walter Testolin bassus
Schola gregoriana | Andrea Coen organo, Lucia Di Sapio arpa, Gianluca Ruggeri percussioni, Federico Proietti trombone


La scala del cielo
Questo programma presenta tre composizioni accomunate dal simbolo dell’ESACORDO – la scala musicale di 6 suoni ai quali Guido d’Arezzo diede il nome traendolo dall’inno "Ut queant laxis" – e vuole suggerire il percorso ascensionale dalla città dell’uomo alla città di Dio, dal luogo della storia all’esperienza dell’eternità, azione umana, corporea, da condividere con i compagni di viaggio. L’inno "Ut queant laxis" e la "Missa Ut Re Mi Fa Sol La" del Palestrina costituiscono due esempi dell’emblematico sistema della musica occidentale composta sui “canti fermi” qui da noi messi in evidenza con raddoppi vocali e campanelli intonati, pratica usata fin dal Medioevo, mentre l’esercizio dell’esacordo e la simbologia del numero 6 partecipano all’incontro fra la “cornice” antica e il “quadro” moderno costituito da "Le Opere di Misericordia" di Flavio Colusso.
I due brani del Palestrina sono tra quelli scampati all’alluvione che investì la Collezione di Münster e che distrusse molti manoscritti di compositori compresi nella lettera “P”; si tratta di copie di mano di Santini il quale nel Kyrie ha invertito le posizioni di Cantus I e II mettendo in evidenza il “canto fermo”.  Così il Baini elogia la Messa: «[…] il quale è uno dei tratti sommi di musica del Pierluigi: v’ha in esso un sentimento finissimo, melodie insinuanti, successioni armoniche che toccano, una filosofia fino a quel dì affatto incognita, niente non vi ridonda, niente non vi manca: egli è chiaro, nobile, delicato, grandioso, sentimentale».

Composto su commissione del Museo del Pio Monte della Misericordia di Napoli, dove la partitura autografa è esposta nella sezione permanente di Arte contemporanea, "Le Opere di Misericordia" è concepito come “esercizio spirituale concertato”. Si divide in otto frammenti dei quali i sei centrali costituiscono i gradini ascensionali dell’Esercizio, intessuto sull’esacordo dalle sei Voci maschili e dalla Voce recitante. Questi, aderendo alla chiamata delle Voci bianche, dall’alto, risuonano al livello terreno invocando il Salvatore perché venga a rendere operante la Sua misericordia attraverso la nostra esistenza e rilanciano, chiedendo la grazia dell’apertura degli occhi interiori e la trasmutazione in uomini nuovi. L’ultimo verso, Coeli scala facta est, sigilla il compimento dell’esercizio: la Voce recitante chiude il cerchio prendendo al fine il volo nel canto intonato e chiama a sua volta con il profeta Isaia: Venite, saliamo al Monte del Signore, dove tutti si riuniscono nell’unisono finale. Claudio Strinati così conclude la sua presentazione: «La tersa e incantata partitura sembra pensata proprio per introdurre il fedele e l’ascoltatore, dotto o indotto, a una autentica “comunione”, esteticamente pregnante e eticamente del tutto convincente, che per gradi successivi lo eleva verso una forma superiore di bellezza e quiete spirituale. […] l’idea di un mondo antico inattingibile e il sogno di un mondo ulteriore non afflitto dall’esigenza né della modernità né della conservazione, si incontrano magicamente lungo una specie di scala di Giacobbe che ci porta verso le consolazioni angeliche».