domenica 9 novembre, ore 10:00 - TITELFEST
ROMA, Chiesa Teutonica di S. Maria dell’Anima
Antonio Draghi [1634-1700] : "Missa Assumptionis" à 18 concertata (1684)
Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima
Flavio Colusso, Maestro di cappella
SOLISTI
Margherita Chiminelli, soprano
Maria Chiara Chizzoni, soprano
Jennifer Schittino, soprano
Andrés Montilla Acurero, alto
Luca Cervoni, tenore
Walter Testolin, basso
Draghi Projekt
Dopo il successo degli scorsi anni con l’esecuzione della "Missa a nove concertata" e due capolavori del teatro musicale sacro nei quali «Draghi stupisce l’ascoltatore con la propria cifra stilistica sofisticata, talvolta riconoscibile ma allo stesso tempo cangiante e imprevedibile, che sa caratterizzare i personaggi con estrema incisività», Flavio Colusso ripropone la "Missa Assumtionis". L’evento rientra nell’ambito del “Progetto Draghi: Italia-Austria” realizzato in collaborazione con la Chiesa Teutonica di S. Maria dell’Anima e diverse istituzioni europee, teso a riscoprire l’opera di Draghi, notevole oltre che per qualità anche per quantità, che ha caratterizzato la cultura musicale austriaca dalla seconda metà del Seicento in avanti. Antonio Draghi [Rimini 1634–Vienna 1700] è infatti riconosciuto come il musicista più importante attivo in Austria nella seconda metà del ‘600, fu cantante, compositore e librettista. Ricoprì prima l’incarico di Maestro di cappella dell’imperatrice Eleonora Gonzaga e poi di Intendente della musica di Leopoldo I.
Nella monumentale "Missa Assumptionis" à 18 concertata si intrecciano cinque parti vocali e ben tredici parti strumentali (2 cornetti, 4 tromboni, 2 violini, 4 viole e Bc) trattate dall’Autore come se anch’esse esprimessero un "testo invisibile". Con questa esecuzione prosegue il PROGETTO DRAGHI avviato nel 2006 con l’Ensemble Seicentonovecento che, come ha scritto Christian Berlakovits: «oltre che occasione per condividere l’ascolto di pagine di musica meravigliosa e inedita, è un invito a riconoscere e percorrere un cammino tracciato da una cultura e da una fede comuni ai nostri due Paesi, lasciando dei segni nel nostro presente, per consegnarlo ad un sempre migliore futuro».